lunedì 4 maggio 2009

Le assurdità abruzzesi

«Regione commissariata»

Pezzopane: nel decreto poca chiarezza e assurdità




ANTONIO DE FRENZA

PESCARA. «Un decreto regio, simile a quello del 1915 per il terremoto della Marsica». Un Decreto che di fatto «commissaria la Regione». Così il Partito democratico liquida il Decreto Abruzzo per il terremoto dell’Aquila. «Tutte le decisioni saranno prese sulle spalle degli a bruzzesi», ha spiegato il capogruppo in Consiglio Camillo D’Alessandro in conferenza stampa, «perché non è previsto alcun luogo in questo decreto dove gli abruzzesi possano prendere una decisione». Ora il Pd chiede che il provvedimento venga modificato in Parlamento. Per questo si appella anche ai deputati e senatori abruzzesi della maggioranza. La stessa richiesta verrà avanzata nel consiglio regionale straordinario sulla ricostruzione che si terrà all’Aquila il 19 maggio.
Il governo ha sostenuto il Pd ha preso una strada opposta a quella scelta dall’allora ministero dell’Interno Giorgio Napolitano dopo il terremoto delle Marche e dell’Umbria, quando i presidenti delle Regioni furono nominati commissario straordinario della protezione civile e commissario delegato alla ricostruzione, con pieni poteri.
«In Umbria come nelle Marche», ha sottolineato il capogruppo del Pd «i presidenti di Regione sono stati la vera regia della ricostruzione. Loro dicevano al governo cosa fare e non il contrario». Per D’Alessandro, «l’Abruzzo rischia, invece, di venire saccheggiata da poteri non abruzzesi».
Anche per il consigliere Giovanni D’Amico, il decreto legge del 28 aprile «esautora completamente la Regione da funzioni di sua competenza, escludendo i sindaci e la Provincia». Per D’Amico la Regione avrà titolo solo su pochissimi aspetti», e verrà «esautorata da tutte le procedure di garanzia», attraverso «il meccanismo del trasferimento dei fondi alle banche che poi erogheranno i soldi direttamentre ai cittadini». Diverso fu invece il meccanismo nel terremoto di Marche e Umbria, dove «l’intero budget fu finanziato attraverso la Banca europea per gli investimenti e la Cassa depositi e prestiti e affidato alle due Regioni».
Il consigliere Franco Caramanico ha sottolineato l’urgenza di provvedere a una microzonizzazione sismica del territorio sulla base degli studi dei geologi dell’Università di Chieti. La consigliera Marinella Sclocco ha invitato la Regione a considerare i riflessi del terremoto sulle imprese non aquilane, che hanno perso commesse o si ritrovano con crediti non più esigibili. Ha poi chiesto che l’esenzione dei ticket sui medicinali venga estesa a tutti i comuni del decreto Bertolaso.
Di «promesse tradite» ha parlato la presidente della Provincia Stefania Pezzopane: «Mi muoverò presso la conferenza Stato-Enti Locali e l’Unione delle Province per il giusto coinvolgimento delle amministrazioni locali nella ricostruzione». Tre i punti che secondo la Pezzopane non vanno: «Il Decreto depotenzia e scavalca gli enti locali, Comune e Provincia, che sono invece i soggetti a cui maggiormente i cittadini si stanno rivolgendo in questa fase di emergenza, perché sono i soggetti di riferimento per il territorio. La Provincia, a cui spetta la pianificazione del territorio è stata ignorata. Un esempio eclatante del paradosso che si è venuto così a creare risiede nel fatto che sono stati previsti i fondi per la viabilità dell’Anas e non per quella della Provincia che gestisce tutte le strade provinciali». Sull’edilizia scolastica la Pezzopane parla di «assurdità«, perché «i soldi vengono assegnati alla Regione, l’unico ente che non ha alcuna competenza diretta sulla materia e che dovrà procedere per eseguire i lavori con il Provveditorato alle Opere Pubbliche». Con questa proceduta scommette la Pezzopane, «difficile che a settembre le scuole siano pronte».
La seconda contestazione è sulle ristrutturazioni delle case dei privati. «In nessuna parte del decreto si fa riferimento ai 150.000 euro annunciati dal Presidente del Consiglio Berlusconi (la cifra è contenuta nelle schede tecniche allegate, ndr). Inoltre nelle ricostruzioni in Umbria e Marche, è stato coperto il 100% del costo base delle case perdute. Noi non siamo da meno, e sia chiaro che non accetteremo trattamenti diversi».
Infine per la presidente della Provincia sono «poco chiare e deboli le misure per le attività produttive».
Sul decreto è intervenuto anche il senatore del Pd Giovanni Legnini: «La cosa più grave è il contributo sulla prima casa», ha detto, «- Non è previsto il contributo a fondo perduto del 100% come è accaduto per tutti gli altri interventi post-terremoto. C’è, invece un mix di interventi di circa 1/3 ciascuno frazionati in contributi, credito d’imposta e mutuo. E’ grave che all’Abruzzo non vengano riconosciuti gli stessi diritti delle altre zone terremotate che hanno ricevuto il 100% dei contributi per ricostruire o ristrutturare la prima casa».

VENERDÌ, 01 MAGGIO 2009

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di Stefano Carnicelli

Trenta secondi per distruggere una città

sabato 2 maggio 2009

lunedì 27 aprile 2009

la morte in vacanza

domenica 26 aprile 2009

Il risveglio dell'Anima

venerdì 24 aprile 2009

25 Aprile......una data da ricordare senza alcun dubbio!




e senza retorica........
"Grazie"ancora oggi a questa gioventù che combattè e morì per un vero autentico ideale!....

mercoledì 15 aprile 2009

A chi ha dato fastidio......a....




A chi ha dato fastidio?
...ai benpensanti,ai bigotti,ai puritani e ai cretini che non capiscono che è la realtà di un paese che sa fare bene solo una cosa...produrre morti di vario genere!

domenica 12 aprile 2009

Il 5 per mille...si toglie da una parte per metterlo da un'altra......


La possibilità di donare il “5 per mille” dell’Irpef destinandolo ai terremotati dell’Abruzzo incontrerà il favore immediato di centinaia di migliaia di italiani ma è una fotografia reale del disprezzo del governo per la società civile del nostro paese.

di Gennaro Carotenuto

Il cinque per mille è infatti una delle poche maniere partecipative che hanno i cittadini della Repubblica per decidere come viene destinata una parte minima ma significativa (un duecentesimo) delle loro tasse. E’ così che si finanziano associazioni, enti di ricerca, ong, organismi di solidarietà, no profit, terzo settore. E’ così che si finanzia l’AVIS, alla quale migliaia di persone devono la vita attraverso il sangue, oppure l’ANT, l’associazione che si occupa gratuitamente a domicilio dei malati oncologici terminali, supplendo alle carenze della sanità pubblica e alla quale chi scrive fin dall’inizio destina e chiede di destinare il proprio “5 per mille”.

Sull’onda dell’emozione per il terremoto e del facile battage pubblicitario, c’è da giurare che decine di migliaia di italiani svieranno la loro scelta verso il terremoto, partecipando attivamente al sistematico gioco delle tre carte di come il duo Berlusconi-Tremonti sta gestendo i soldi pubblici (vedi crisi economica), spostandoli da qui a là, da lì a sotto, da sinistra a destra riconteggiandoli infinite volte e facendo ammuina come i soldati di Re Franceschiello nella battaglia del Garigliano. Anche stavolta è una partita di giro a costo zero per il governo e i suoi clienti: meno soldi partecipativi alla solidarietà in senso esteso per girarli alla solidarietà ai terremotati (o ai palazzinari?).

Dunque chi sicuramente pagherà per il terremoto in Abruzzo sarà l’Italia solidale. Così l’ANT (o migliaia di istituzioni altrettanto degne) dovrà dare assistenza a meno malati oncologici terminali abbandonando a se stessi gli altri. A voler essere perfidi vi era una soluzione più lineare. Come mai Giulio Tremonti non ha pensato a destinare ai terremotati il negletto “8 per mille” che qualche italiano destina allo Stato? Forse perché così per la prima volta l’8 per mille allo Stato sarebbe entrato in concorrenza con l’8 per mille alla chiesa cattolica destinato in larga parte al sostentamento del clero. Forse perché la protesta della chiesa cattolica avrebbe danneggiato il clima da gigante buono del Mulino Bianco che rimette a posto le casine dell’Aquila con il quale i media rappresentano il “caro leader”, mentre quella di centinaia di piccole associazioni strozzate non farà chiasso.

Silvio Berlusconi lo ha giurato sulle bare dei morti in Abruzzo: “lo stato c’è e non vi abbandonerà”. Per intanto ci sono le tasche degli italiani (la campagna degli SMS alla protezione civile è pervasiva, un Euro e siamo solidali low-cost) e l’occasione col “5 per mille” di dare una mazzata forse mortale a quell’associazionismo solidale che su quei soldi contava.