lunedì 27 aprile 2009

la morte in vacanza

domenica 26 aprile 2009

Il risveglio dell'Anima

venerdì 24 aprile 2009

25 Aprile......una data da ricordare senza alcun dubbio!




e senza retorica........
"Grazie"ancora oggi a questa gioventù che combattè e morì per un vero autentico ideale!....

mercoledì 15 aprile 2009

A chi ha dato fastidio......a....




A chi ha dato fastidio?
...ai benpensanti,ai bigotti,ai puritani e ai cretini che non capiscono che è la realtà di un paese che sa fare bene solo una cosa...produrre morti di vario genere!

domenica 12 aprile 2009

Il 5 per mille...si toglie da una parte per metterlo da un'altra......


La possibilità di donare il “5 per mille” dell’Irpef destinandolo ai terremotati dell’Abruzzo incontrerà il favore immediato di centinaia di migliaia di italiani ma è una fotografia reale del disprezzo del governo per la società civile del nostro paese.

di Gennaro Carotenuto

Il cinque per mille è infatti una delle poche maniere partecipative che hanno i cittadini della Repubblica per decidere come viene destinata una parte minima ma significativa (un duecentesimo) delle loro tasse. E’ così che si finanziano associazioni, enti di ricerca, ong, organismi di solidarietà, no profit, terzo settore. E’ così che si finanzia l’AVIS, alla quale migliaia di persone devono la vita attraverso il sangue, oppure l’ANT, l’associazione che si occupa gratuitamente a domicilio dei malati oncologici terminali, supplendo alle carenze della sanità pubblica e alla quale chi scrive fin dall’inizio destina e chiede di destinare il proprio “5 per mille”.

Sull’onda dell’emozione per il terremoto e del facile battage pubblicitario, c’è da giurare che decine di migliaia di italiani svieranno la loro scelta verso il terremoto, partecipando attivamente al sistematico gioco delle tre carte di come il duo Berlusconi-Tremonti sta gestendo i soldi pubblici (vedi crisi economica), spostandoli da qui a là, da lì a sotto, da sinistra a destra riconteggiandoli infinite volte e facendo ammuina come i soldati di Re Franceschiello nella battaglia del Garigliano. Anche stavolta è una partita di giro a costo zero per il governo e i suoi clienti: meno soldi partecipativi alla solidarietà in senso esteso per girarli alla solidarietà ai terremotati (o ai palazzinari?).

Dunque chi sicuramente pagherà per il terremoto in Abruzzo sarà l’Italia solidale. Così l’ANT (o migliaia di istituzioni altrettanto degne) dovrà dare assistenza a meno malati oncologici terminali abbandonando a se stessi gli altri. A voler essere perfidi vi era una soluzione più lineare. Come mai Giulio Tremonti non ha pensato a destinare ai terremotati il negletto “8 per mille” che qualche italiano destina allo Stato? Forse perché così per la prima volta l’8 per mille allo Stato sarebbe entrato in concorrenza con l’8 per mille alla chiesa cattolica destinato in larga parte al sostentamento del clero. Forse perché la protesta della chiesa cattolica avrebbe danneggiato il clima da gigante buono del Mulino Bianco che rimette a posto le casine dell’Aquila con il quale i media rappresentano il “caro leader”, mentre quella di centinaia di piccole associazioni strozzate non farà chiasso.

Silvio Berlusconi lo ha giurato sulle bare dei morti in Abruzzo: “lo stato c’è e non vi abbandonerà”. Per intanto ci sono le tasche degli italiani (la campagna degli SMS alla protezione civile è pervasiva, un Euro e siamo solidali low-cost) e l’occasione col “5 per mille” di dare una mazzata forse mortale a quell’associazionismo solidale che su quei soldi contava.

sabato 11 aprile 2009

venerdì 10 aprile 2009

Non è un problema di governi................


venerdì, 10 aprile 2009
Quando l'ora del dolore va avanti per decenni e' il caso di darsi una mossa.Qui non e' un problema di governi e' un problema di italiani che non hanno una coscienza civile.
Se consideriamo solo l' Italia repubblicana abbiamo piu' colpe che meriti e non basta la commozione generale per ripulirci l'anima, siamo colpevoli.
Siamo colpevoli quando costruiamo la villetta abusiva, la terrazza abusiva, il locale in piu' in barba alle regole, quando pensiamo che siamo piu' furbi degli altri infrangendo le regole, tutte le regole dal divieto di sosta in su ed in giu'.
Siamo talmente incivile ed irrispettosi degli altri e delle regole del vovere giusto e civile che abbiamo, avete, eletto a presidente del consiglio colui che rappresenta l'italiano medio nella sua forma peggiore.
Quello che piace di piu' e nel quale si rispecchiamo quasi la meta' degli italiani.
Qui non si tratta di un problema di informazione, di giornalisti servi del sistema, di televisione che spappola i cervelli e rende passiva qualsiasi reazione.
Si tratta del fatto che siamo, siete, simili a lui. L'italiano e' puttaniere come lui, se puo' evade come e piu' di lui, vorrebbero essere tutti famosi per non fare la fila, le donne vorrebbero tutte farsi scopare dal tronista, dal Corona del momento e gli idoli sono i peggiori, umanamente.
Lui incarna tutto questo e dopo avere depredato l' Italia, evaso le tasse, corrotto tutto il possibile manda avanti la figlia a raccontarci l'etica del capitale, a farci la morale.
E' il massimo, il sogno di quasi tutti gli italiani rendere cornuti e mazziati i propi concittadini.
La mia via e' lunga qualche centinaio di metri, in proporzione ci sono stati piu' condoni qui che in Corso Buenos Aires, ecco e' da qui che dovremmo partire. Prima dei politici, rispettando la giustizia e l'etica morale, non basta la commozione a tempo e programmata.
Le foto delle vittime, dei bambini, degli anziani non deve servire per le lacrime di circostanza deve servire per una feroce autocritica come cittadini, come italiani e quindi per la politica e le istituzioni fatte, elette, ad immagine e somiglianza di quello che siamo.
Civilmente e moralmente dei poveretti, salvo rare eccezioni perche' in Friuli hanno imparato dalla tragedia, altrettanto non si puo' dire in Sicilia, nell'Irpinia, in Calabria ed altro ancora.
Se non diventiamo migliori noi non possiamo rendere migliore la politica e' ora di finirla di considerare colpevoli sempre gli altri, gli altri siamo noi.
Maroni, il ministro degli interni, non ha il problema del terremoto ha il problema delle ronde.
E' vergognoso ma dalla lega non puoi aspettarti altro. postato da Slasch16 alle ore aprile 10, 2009 10:10 |

Pasqua....ovvero passaggio


La Santa Pasqua: festa religiosa o festa pagana?
Con NEWSFOOD.com a spasso per la storia e per l'Italia per scoprire le radici della festa e della cucina di Pasqua

© La Redazione di NEWSFOOD.com - 09/04/2009


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Natale con i tuoi, Pasqua con chi vuoi. Così recita il detto, ed in effetti la festività pasquale, che sia vissuta in modo laico o religioso, invoglia grandi e piccini ad allontanarsi da casa per godersi il primo assaggio di primavera, che quest'anno sembra continuare a farsi attendere.

Com'è noto, infatti, la data di Pasqua non è uguale ogni anno, ma si sposta sul calendario poiché coincide con la domenica che segue il primo plenilunio successivo all'Equinozio di Primavera (il 21 marzo).

Ma che cos'è davvero la Pasqua, quali sono le sue origini e cosa si festeggia?

La Pasqua che oggi i cristiani festeggiano è fortemente correlata alla festività ebraica chiamata Pesach, con cui il popolo ebraico celebra la liberazione dall'Egitto grazie a Mosè. Il termine Pesach, infatti, significa "passare oltre" e anche nel cristianesimo, pur mutando il contesto originale, ha mantenuto la stessa rilevanza, indicando il passaggio dalla morte alla resurrezione per Gesù Cristo e il passaggio ad una nuova vita per i suoi seguaci.

Come spesso accade per le festività religiose, tuttavia, anche la Pasqua cristiana è oggi affiancata da una sua variante laica, in cui convergono le tradizioni popolari, sia a livello culinario e gastronomico che a livello di tipologie di festeggiamenti.

E' così che, spostandoci di regione in regione, incontriamo un'ampia gamma di piatti pasquali, da consumare insieme a parenti e amici, per festeggiare "a tavola".

Il più celebre e diffuso tra i dolci di Pasqua è certamente la colomba, che, industriale o artigianale, non manca mai sulla tavola di Pasqua. A differenza di ciò che si potrebbe pensare, la sua origine non risale a tempi antichi: è negli anni '30 del secolo scorso, infatti, che il direttore del reparto pubblicitario della Motta, Dino Villari, decise di utilizzare le stesse macchine e la stessa pasta con cui si produceva il panettone per produrre un dolce destinato alla Pasqua.

In questo modo, certamente tutt'altro che poetico, nacque la colomba, che nel corso degli anni ha assunto mille varianti, diventando il dolce più amato di questa festa.

Passando alle delizie regionali, non si può che iniziare da uno dei piatti più famosi della cucina napoletana: la pastiera. Realizzata con pasta frolla farcita con un impasto a base di ricotta, zucchero, uova e grano bollito nel latte, questa delizia ha ottenuto il riconoscimento di prodotto agroalimentare tradizionale.

"Spostandoci in Puglia, incontriamo la scarcella, preparata in due varianti: in formato simile a quello di una torta o a forma di biscotto da inzuppare nel latte. Qualunque sia la sua forma, la scarcella consiste in una ciambella guarnita con uova sode munite di guscio, parzialmente inglobate nell'impasto e fermate da strisce di pasta frolla decorata".

Se in Calabria è d'obbligo gustare il Pie di Mileto, realizzato con una pasta frolla a doppio strato farcita con marmellata di uva con noci e aromi naturali, in Sardegna incontriamo la Casadina, che, in una sottile sfoglia di pasta, contiene un ripieno a base di formaggio o ricotta e uva passa.

Tornando verso il Nord della penisola, ci fermiamo a Civitavecchia per assaggiare la Pizza di Pasqua, che, con la sua pellicola scura e l'interno di color nocciola, ha un inconfondibile profumo di cannella e i pezzettoni di cioccolato la rendono golosissima.

Non ce ne vogliano le regioni italiane che non abbiamo "visitato" in questo tour di tipicità pasquali, ma le specialità italiane sono tanto numerose che abbiamo potuto descriverne solo alcune.

Il posto d'onore sulla tavola di Pasqua, però, spetta sempre all'uovo di cioccolato: gioia per i bambini (ma non solo), l'uovo è amato sia per il gusto sopraffino del cioccolato, sia per l'immutato piacere nello scoprirvi la sorpresa.

La tradizione del dono delle uova (anche decorate) ha origini pagane e risale a tempi molto più lontani del Cristianesimo: ne abbiamo notizie, infatti, tra i Persiani, gli Egizi, i Greci ed i Cinesi.

Lo scambio delle uova, inoltre, era usanza frequente nel Medioevo, quando la tradizione pagana si unì a quella religiosa e l'uovo divenne simbolo della rinascita di Gesù Cristo.

Dal medioevo ad oggi l'uovo sembra essere ritornato alle sue radici più pagane, ed è certamente il prodotto più diffuso ed amato nelle case e sulle tavole italiane.

Con l'uovo di cioccolato, la Redazione di NEWSFOOD.com termina il suo excursus nella storia e, certa di avervi fatto venire l'acquolina in bocca, rivolge ai suoi lettori i più sentiti auguri di una serena e felice Pasqua.

ULTIMORA: un doveroso pensiero va agli Abruzzesi, colpiti dal sisma. Per loro è una Pasqua di dolore e pertanto è dovere di tutti noi portare il nostro aiuto.

Vedi indirizzi utili:

Terremoto in Abruzzo: i numeri utili per donare (http://newsfood.com/q/ab4ce70/terremoto-in-abruzzo-i-numeri-utili-per-donare/ )

La Redazione NEWSFOOD.com

mercoledì 8 aprile 2009

martedì 7 aprile 2009

Prima durante e dopo il terremoto


Del Sisma ne ho scritto stamattina presto, di getto; ma le cifre cambiano, siamo a più di 150 morti, 70 mila gli sfollati, innumerevoli dispersi, più di 1500 feriti, 10.000 edifici danneggiati, interi paesi distrutti. Il quadro di un terribile Sisma sta definendosi.

Lo Stato è in campo, con tutta la sua spettacolare Protezione. La Prevenzione per la nostra Sicurezza ha dispiegato le sue forze da altre parti. E ancora innumerevoli volte sto cambiando le maledette cifre, quando appare

e leggo Nuova scossa: "Una nuova, forte scossa di terremoto, di magnitudo 4.1, e’ stata avvertita intorno alle 18.40 all’Aquila: la terra ha tremato per circa tre secondi, proprio mentre era in corso la conferenza stampa della Commissione Grandi Rischi, che aveva sottolineato come sia impossibile prevedere i terremoti".


SCOSSA SISMICA IN ABRUZZO: Ne scrisse un Volontario sabato 24 gennaio 2009 sul sito protezionecivilefrancavilla

“Stavolta non è un terremoto politico a far tremare la terra abruzzese, ma una scossa sismica e’ stata lievemente avvertita dalla popolazione in provincia de L’Aquila. Lo rende noto il Dipartimento della Protezione Civile precisando che le localita’ prossime all’epicentro sono L’Aquila, Scoppito e Pizzoli. Dalle verifiche effettuate dalla Sala Situazione Italia del Dipartimento della Protezione Civile non risultano danni a persone o cose. Secondo i rilievi registrati dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia l’evento sismico è stato registrato alle ore 19.51 di ieri, con una magnitudo di 2.0″.

Rainews dichiara "La voce dei testimoni, centinaia di mail sul nostro sito…Gran parte dei commenti riguarda infatti la previsione del terremoto fatta da un tecnico del Laboratorio di Fisica del Gran Sasso, Giampaolo Giuliani, che ha sviluppato una tecnica per rilevare le scosse in anticipo di 6-24 ore basata sullo studio del comportamento del gas Radon nel terreno. Negli ultimi giorni di marzo Giuliani aveva sostenuto che lo sciame sismico in corso poteva essere il preannuncio di un evento più forte. Di Giuliani si era detto che "si divertiva" a spargere notizie infondate ed allarme e si era preso una querela per procurato allarme…Oltre ai messaggi di solidarietà arrivano messaggi centrati sulla normativa antisismica, sull’inadeguatezza di gran parte dei nostri edifici, soprattutto nei centri storici, e anche sul piano casa: c’è chi dice invece di aumentare le cubature dovremmo mettere in sicurezza le case esistenti".

"Ho dormito fuori e questo mi ha salvato ma adesso spero tanto che tirino fuori i miei compagni vivi". Non riesce a pensare ad altro, Valerio, studente universitario di Tagliacozzo.

La denuncia della Rdb Vigili del fuoco: “Tutti hanno fatto orecchie da mercante, nessuno si è preoccupato di attivare procedure di preallerta sulle zone segnalate da possibili sciami sismici. Alcuni studiosi che avevano avanzato la possibilità di terremoti sono stati addirittura denunciati per procurato allarme, ora dopo il disastro e la morte di tanta povera gente tutti si interrogano sulle possibili attività che potevano essere messe in campo” denuncia un comunicato delle RdB dei Vigili del Fuoco. Certamente non si sarebbe fermato il sisma ma indubbiamente tutte quelle attività di prevenzione e procedure di preallarme potevano essere utilizzate nella zona. Più o meno quello che sta succedendo in queste ore con contingenti da tutte le parti d’Italia dei vigili del fuoco che stanno partendo con tutte le difficoltà del caso - autostrade intasate o impercorribili, ritardi di organizzazione di colonne mobili, organici che devono essere reperiti dalle proprie abitazioni perché in questi anni il problema principale dei governi è stato quello della sicurezza in generale dimenticandosi del soccorso alla popolazione della prevenzione sul territorio e soprattutto che viviamo in una penisola soggetta ai terremoti. Ora si ricomincia nuovamente con la sceneggiata dei volontari sul posto per rappresentare l’efficienza dello Stato in attesa che il personale del corpo nazionale dei Vigili del Fuoco ormai ridotto a mera presenza nei posti di lavoro (sotto organico perenne) si organizzi da tutta Italia e parta per le zone terremotate. Finita la prima emergenza tutto tornerà peggio di prima fino alle prossime morti. Senza un sistema di protezione civile – che si preoccupi concretamente delle emergenze del paese – con dentro la macchina organizzativa dei Vigili del Fuoco il Paese dovrà ancora piangere dei propri concittadini.


C’è chi si pone anche questo -Difficile conta delle vittime tra i migranti : “I conteggi dei morti e dei dispersi nel territorio potrebbero subire oscillazioni in aumento, per la presenza di centinaia di immigranti residenti nei centri della cintura aquilana. Macedoni, marocchini, romeni, moldavi, africani da anni sono insediati nei centri storici di Poggio Picenze, Paganica, San Gregorio, Petogna; proprio quelli piu’ colpiti dai crolli. “Vicino l’abitazione di mio padre – racconta un giovane della frazione di Paganica – abitava una famiglia dell’Est. La casa e’ andata distrutta, ma di loro non ne sappiamo nulla. Spero siano vivi”. Immigrati non integrati e forse anche qualche clandestino potrebbero sfuggire alle stime dei comuni e della Protezione civile. Indispensabile, percio’, sara’ scavare tra le macerie di tutte le case abitate, lavoro che non potra’ essere completato in breve tempo ma che richiedera’ almeno alcuni giorni”.


Ho trovato un video della Domenica delle Palme a l’ Aquila, l’accompagna un articolo di Abruzzo24ore da cui stralcio: “…In questi giorni di incertezza e spavento, il tradizionale pellegrinaggio acquista a L’Aquila un significato in più, perchè le continue scosse di terremoto che interessano la città invitano a riflettere sulla natura effimera dei beni terreni e delle ricchezze materiali. E’ l’occasione per tanti filistei di guardarsi dentro”.

E ancora dallo stesso sito un altro video “Terremoti, l’attenzione resta alta. Da ieri nessuna scossa”: era il 4 aprile.

Lui, Berlusconi in un’intervista che allego, aggiunge:” LASCIAMO DA PARTE LE POLEMICHE”.

Provo freddo e rabbia a queste dichiarazioni.

Berlusconi: “Registriamo un numero record di soccorritori . Nessuno sarà lasciato solo”.

Bertolaso: “non era prevedibile una scossa così forte”.

Franceschini telefona al premier: “Pronte le sedi del Pd. Di fronte a questo dramma ogni polemica va accantonata”.

Sono uscita stamattina in strada, in paese… testimonianze continue di donne e uomini giovani e anziani, casalinghe, negozianti, pensionati, romeni, lavoratori e fannulloni…

Ognuno aveva una gran voglia di dire cosa avesse sentito oppure che non aveva avvertito niente. Ma tutte e tutti, avevano ascoltato radio e tv, dire che c’erano state le scosse, che gli animali erano nervosi…Nell’ultima riunione per il centro storico, il responsabile della Protezione civile, aveva detto che da tempo bisogna tentare prima o poi almeno un’improvvisa evacuazione di Capranica. Siamo su una rupe di tufo, con stabili fatiscenti, edifici abbandonati e nel degrado, soldi della Regione e dell’Europa inghiottiti nel nulla…e le tragedie si susseguono a ritmo serrato, senza lavoro, senza casa, senza permesso, senza speranza…ora di fronte a queste rovine come fossero castelli di carta, chiese e ospedali, civili abitazioni, vecchie e nuove case, la casa dello studente…appare tutta la Precarietà di questa Bottega degli Orrori, la prosopopea, la denuncia di chi denuncia come Giuliani e le infinite segnalazioni allarmate, non allarmistiche. Al sole la luce cadaverica nel senso più profondo e reale delle nostre Istituzioni.

Non è questa la Compagnia che abbiamo invocato, se non della Buona Morte. E chiedono di donare il sangue, come se la partecipazione attiva non abbia fonte naturale. Senza alcuna dignità per le persone, gli animali, le cose, l’Ambiente, la Terra e la nostra comprensione.

Guardiamo da tempo dentro di noi e siamo svuotati, cada il velo dunque. Guardiamo fuori, disposti a ricostruire, non sulle loro Macerie la Nostra Casa.

Doriana Goracci

lunedì 6 aprile 2009

un terremoto.... per le coscienzeee!






Procurato allarme, prevedere e prevenire terremoti e altre sciagure in un’Italia contro la scienza
Il paese che cade giù a pezzi anche senza bisogno di un terremoto (a volte basta un acquazzone come a Sarno), è quello nel quale si dà all’untore o si denuncia per “procurato allarme” uno scienziato che aveva previsto con precisione il terremoto in Abruzzo non in un futuro ipotetico ma qui e ora.

di Gennaro Carotenuto

Forse dovranno dargli il premio Nobel a Giampaolo Giuliani, che all’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare sotto il Gran Sasso ci lavora, per quel meccanismo che sembra in grado di sentire arrivare i terremoti qualche ora prima. O almeno ascoltarlo invece di trattarlo come una Cassandra. Ma forse non poteva andare diversamente in Italia se meno di una settimana fa, il 31 marzo, San Guido Bertolaso, un’icona dell’efficientismo bi-partisan, aveva insultato "quell’imbecille che si diverte a diffondere notizie false".

Forse era impossibile far davvero evacuare l’Aquila come la previsione di Giuliani (il rivelarsi esatta non è una colpa) induceva a fare. Ma in un paese oramai anti-scientista sempre e comunque, in pochi oramai sanno distinguere uno scienziato o una scienziata da una fattucchiera. In un paese sempre più ignorante, e quindi sempre più superstizioso, la prevenzione, il preparare la cittadinanza a eventi catastrofici, il lavorare non per cancellarli con un miracolo, ma per ridurne al minimo le conseguenze come si fa in paesi più sismici ma anche più civili del nostro, è sempre più mal visto. Oltretutto costa e non offre quei dividendi d’immagine, di favori, di clientele che le tragedie annunciate offrono ai politici dopo che questi hanno già speculato su deroghe, proroghe, sanatorie, condoni. Meglio una photo-opportunity (dopo) per un politico, meglio andare a benedire le salme (dopo) per un cardinale, meglio costruire male (prima) e ricostruire (dopo, bene?) per il sistema edilizio, meglio condurre una lunga diretta da “breaking news” (dopo) che realizzare una noiosa inchiesta (prima) per un giornalista.

Forse sarebbe stato meglio se Bertolaso con Giuliani ci avesse fatto una chiacchierata (prima) invece di denunciarlo. Questo, come qualunque scienziato onesto, poneva un problema rompendo uno schema stantio per offrire una soluzione per risolverne uno più grande. I terremoti non si possono prevedere, dicono. Chissà, magari in futuro si potrà come per i segnalatori di fughe di gas e magari il merito sarà della vituperata ricerca scientifica italiana. Me il prevedere o meno sposta i termini della questione.

Il problema non è prevedere, è prevenire. Mille cose possono essere fatte e vengono fatte altrove, ma già, noi italiani dei giapponesi preferiamo riderne. Ma è meglio spendere soldi, allarmare, per evitare una tragedia, far rispettare e non derogare norme antisismiche prima, oppure invocare la fatalità e il destino cinico e baro dopo? E’ meglio fare campagne per insegnare a usare il preservativo o invocare l’astinenza contro l’AIDS? Meglio un peccatore all’inferno o un santo vivo? Chi adesso userà il decreto sull’edilizia, il “Piano casa”, per alzare di un piano la propria abitazione (ringraziando il governo) la renderà più o meno anti-sismica?

In un paese dove oramai tutti gli studiosi sono considerati azzeccagarbugli, grilli parlanti da schiacciare sulla parete, se non irrisi come fannulloni e additati tutti come baroni (pure i ricercatori precari nella vulgata Perotti-Stella) la scienza, lo studio, è oramai la più negletta delle discipline. Ma per un Giuliani che aveva avuto l’ardire di predire un terremoto quanti consigli che dagli studiosi vengono sono ignorati, presi con sufficienza o addirittura rifiutati? Sono impopolari, fanno spendere, rompono schemi mentali consolidati, causano problemi con i poteri forti. Quanti costituzionalisti (scienziati della Costituzione) avevano avvisato che la legge sulla fecondazione assistita così come concepita era perlappunto incostituzionale? I politici sono andati avanti per poi stracciarsi le vesti di fronte l’attentato della Corte Costituzionale (sic) alla centralità del Parlamento. Come se sostituendo alle regole civili la volontà d’Oltretevere bastasse portare il santo patrono in processione per fermare i terremoti o le eruzioni vulcaniche.

Del resto a che serve la ricerca scientifica (è il messaggio) se non a creare rompiscatole, cassandre, fondamentalisti dell’ambiente, regole, controlli, tasse, ovvero le cose più invise agli abitanti del paese del “meno male che Silvio c’è”. Magari a volte sbagliano gli scienziati ma sarebbe il caso di parlare, dare spazio a quelli che vorrebbero prender precauzioni per tutte quelle radiazioni, quei pesticidi, quelle polveri sottili che ci attraversano la vita, per le incipienti centrali nucleari in un paese sismico come l’Italia dove se vedi un pannello per l’energia solare ti viene ancora voglia di fotografarlo come una stravaganza. Per l’opportunismo a breve termine e la grettezza del potere politico ed economico stiamo ritornando al Sillabo di Pio IX.

Forse la denuncia di Giuliani non poteva essere presa in considerazione, ma nel paese dove ogni anno che il padreterno mette in terra, governi di destra e sinistra, approvano un “decreto mille proroghe” (sic) dove si rinviano, spesso a mai, scadenze importantissime come quelle per l’applicazione delle norme antisismiche, è mille volte meglio evacuare l’Aquila a vuoto perché uno scienziato si sbaglia (prima) piuttosto che la processione di politici e sciacalli già pronti a lucrare sulla ricostruzione (dopo).

Forse non è questione di prevedere (i terremoti, le alluvioni, le fughe di gas, le catastrofi nucleari) ma di essere preparati, mettere il territorio in sicurezza, di essere un popolo in grado di affrontare il proprio destino con razionalità e non con fatalismo. Più che di angeli del fango ed eroi che salvano vite scavando a mani nude tra le pietre abbiamo bisogno (prima) di una merce ormai introvabile: progresso, progresso scientifico, progresso sociale, progresso culturale.





Giornalismo partecipativo