mercoledì 17 settembre 2008

OOPART oggetti fuori dal tempo


Fra tutti i fenomeni, oggetti ed esperienze inspiegabili, uno tra i più affascinanti è quella categoria definita "anomalie archeologiche". Chiamata anche OOPART (out of place artifacts), questi oggetti, ad un'analisi scientifica risultano essere molto antichi, sebbene, per la tecnica utilizzata o per la funzione a cui erano destinati dovrebbero in realtà appartenere ad epoche più moderne. Si tratta di fossili impossibili, tecnologie "fuori dal tempo", manufatti anacronistici. In altre parole, se la storia del mondo che conosciamo è corretta, questi reperti non dovrebbero esistere.
Ci sono innumerevoli esempi e testimonianze (consultare i Links a fondo pagina) su cui geologi, archeologi e scienziati sono costretti ad ammettere l'autenticità.
Ma perché queste testimonianze sono così affascinanti? Per molte ragioni. Prima di tutto, la maggior parte di esse sono reali e tangibili. Al contrario dei fantasmi o di creature misteriose come il Bigfoot o il mostro di Lochness, gli inspiegabili manufatti sono stati visti, fotografati, toccati ed esaminati. Il problema è che le nostre attuali conoscenze non ci consentono di fornire una valida spiegazione della loro origine. Inoltre questi oggetti, non potendo aderire agli attuali canoni scientifici, né alle previste cronologie antropologiche, suggeriscono, a loro modo, che le nostre tecniche di datazione dei reperti sono errate oppure che c'è ancora molto da sapere sulla vera storia del nostro pianeta. In qualsiasi caso gli "oopart" sconvolgono l'attuale pensiero scientifico ortodosso.

Nel 1995 il ricercatore Michael Cremo ha pubblicato un volume enorme che cataloga tutti i reperti dimenticati delle origini dell'uomo (Michael Cremo, Richard L. Thompson: Archeologia proibita - La storia segreta della razza umana - pubblicato in Italia dal Gruppo Futura della Jackson Libri). Recuperando anche la letteratura scientifica della seconda metà dell'800, Cremo ha scoperto una vera e propria soppressione di prove che dimostrano che l'Homo Sapiens anatomicamente moderno esiste da decine di milioni di anni. Prove che per documentazione e numero superano i reperti sparsi e incongruenti che formano la linea evolutiva accettata.


IL DISCO DI ANTIKYTHERA

Strumento di precisione

Grecia, 1900. Al largo dell'isola di Antikythera un gruppo di pescatori di spugne trova il relitto di una nave. In seguito, spedizioni archeologiche sottomarine recuperano l'imbarcazione ed il suo carico: vasellame, statue e diversi oggetti corrosi dal tempo, come una serie di ruote metalliche dentate la cui funzione risulta totalmente ignota. Passano settantadue anni ed un archeologo dell'università di Yale, Derek J. De Solla Price, esaminandole, ha un colpo di genio: è un meccanismo ad ingranaggi.
Price riuscì a ricostruire il contenitore di legno: c'erano dei misuratori all'esterno, che rappresentavano lo zodiaco; una manovella e, all'interno, le ruote dentate. Queste ultime erano di per sé una scoperta eccezionale: sino ad allora si riteneva che gli antichi greci non le conoscessero.
Quando Price ebbe ricostruito l'intero oggetto, capì che si trattava di una macchina per calcoli astronomici. Ruotando la manopola, le ruote dentate azionavano alcune lancette che segnavano il moto del Sole, nonché il sorgere ed il tramontare di astri e costellazioni. Altri quadranti riguardavano i pianeti ed i fenomeni lunari.
Questo reperto è stato spesso "invocato" dai cultori di ufologia, come prova dell'incontro con extraterrestri: solo una civiltà aliena avrebbe potuto insegnare agli antichi greci come costruire un simile apparecchio astronomico di precisione.




questo computer antichissimo mi ha sempre affascinato!

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