lunedì 22 settembre 2008

tutti giù per terra?.....non tutti!


politica italiana : Un due tre, tutti giù per terra
Inviato da Redazione il 22/9/2008 7:45:04 (1119 letture)
di Marco Cedolin

All’inizio degli anni 90 toccò agli operai, quando sull’onda della “storica” marcia dei 40.000 colletti bianchi di Torino venne soppressa la scala mobile ed un’intera categoria di lavoratori iniziò a perdere i propri diritti acquisiti nel tempo, mentre la altre categorie plaudivano il ridimensionamento dei troppi privilegi di cui si riteneva gli operai godessero.

Qualche anno dopo fu la volta dei piccoli commercianti, costretti al fallimento a decine di migliaia, per creare spazio ai nuovi potentati della grande distribuzione. Piccoli commercianti spacciati dalla politica come il vero male del Paese e additati dalle altre categorie come evasori fiscali, ladri e truffatori la cui sparizione avrebbe reso più ricca la nostra economia.

Alla fine degli anni 90 fu il turno dei precari, creati dalla legge Treu e condannati a vita dalla Riforma Biagi. Lavoratori in affitto, come le vetture di un autonoleggio, privati di qualsiasi diritto e qualsiasi prospettiva, con la compiacenza di tutto il mondo sindacale e l’acquiescenza dei lavoratori a tempo indeterminato che ritennero si trattasse di un sacrificio indispensabile a creare la giusta flessibilità che potesse sostenere la crescita economica.

Un paio di anni fa venne il momento dei tassisti, ...

... assaliti lancia in resta dal ministro Bersani che nella sacra battaglia contro i privilegi si era affrettato ad identificare la categoria che più di ogni altra meritava di essere morigerata, mentre gli altri lavoratori mostravano soddisfazione per la “ricca” ed antipatica corporazione che sarebbe stata ridimensionata.

La scorsa estate è toccato ai dipendenti statali, milioni e milioni di assenteisti, impostori e malati immaginari che hanno fatto grande (impresa ai limiti dell’impossibile) il ministro Brunetta, ertosi a giustiziere di quella che le altre categorie di lavoratori si sono limitati a liquidare come una casta di inetti imbottita di privilegi.

Negli ultimi giorni è stata la volta dei dipendenti di Alitalia, privilegiati fra i privilegiati, che in quanto tali avrebbero dovuto accettare ogni genere di accordo, non fosse altro per espiare tutte le colpe accumulate in decenni di privilegi. I 18.000 dipendenti Alitalia hanno inspiegabilmente puntato i piedi, come un bambino viziato, e pertanto sarà loro e solamente loro la colpa del fallimento della compagnia di bandiera italiana e di tutte le catastrofiche conseguenze che verranno.

Nel disfacimento del mondo del lavoro intervenuto nel corso degli ultimi venti anni si possono apprezzare ovviamente molte sfumature. Non sono mancati gli operai che (soprattutto negli anni 70) approfittavano dei propri privilegi, i piccoli commercianti che evadevano le tasse, i dipendenti statali assenteisti, i piloti Alitalia con stipendi da nababbi, ma la classe dirigente del Paese non è mai stata interessata a normalizzare le situazioni limite, al contrario ha ritenuto utile sfruttarle per “criminalizzare” ad una ad una tutte le categorie dei lavoratori al fine di giustificare il progressivo esproprio dei diritti e l’altrettanto progressivo ridimensionamento dei salari il cui potere di acquisto risulta essere oggi fra i più bassi d’Europa.

Il gioco al massacro praticato selettivamente, secondo la logica del dividi et impera, ha prodotto la palude nella quale oggi tutti i lavoratori delle categorie retributive medie e basse si ritrovano immersi fino al collo. Una palude fatta di salari asfittici, mobbing, lavoro precario, ricatti, licenziamenti, paura del futuro e rassegnazione.

Tutto ciò mentre, per una strana ironia del destino, le categorie ad elevata retribuzione quali politici, grandi industriali, finanzieri, banchieri, petrolieri, grandi imprenditori, alti dirigenti, funzionari di rango, attori, calciatori, cantanti, personaggi della TV, ma anche notai, avvocati, dentisti, architetti e molti altri, hanno continuato durante gli ultimi due decenni ad incrementare i propri profitti e la quantità dei veri privilegi di cui essi soli evidentemente hanno diritto ad essere depositari, senza che la cosa crei alcun problema agli equilibri economici del Paese.

Marco Cedolin
Luogo Comune

2 commenti:

Marco ha detto...

Enormemente Angela. La tua storia, la tua vita mi fanno pensare a due estremi che si congiungono per completarsi in qualcosa oltre la vita stessa.

La tua storia è anche una strada colma di insegnamenti che purtroppo solo in pochi sono in grado di comprendere e apprezzare.

Quando leggo della tua vita, provo delle strane sensazioni che mi è difficile definire con esattezza, forse perchè appartengono ad una dimensione in cui le parole si fondano con qualcosa di molto più profondo e immateriale.
Grazie Angela .... un grande abbraccio.
Marco

angela ha detto...

"provo delle strane sensazioni"...
...te ne darò ancora Marco!....
Io vivo in un continuum temporale difficile da spiegare e da capire...
vivo come se non avessi ricordi,ma nel momento in cui attivo la memoria,ecco che sono presenti più vividi che mai!
L'ultimo in ordine di tempo...l'intervento chirurgico,esperienza del tutto nuova, è stata registrato in ogni dettaglio con i suoi aspetti negativi,ma è come se non facesse parte del mio bagaglio memnonico,mentre lo è!
ricordo tutti gli eventi con distacco emotivo...come se non fossi stata io la protagonista!
tale reazione(extracorporeità si può chiamare così?)è stata sempre presente nel momento del verificarsi di qualsiasi evento traumatico della mia vita!fosse stato diversamente non sarei psicologicamente sopravvissuta con equilibrio e positività!
Come mai? a quante persone succede?
mi piacerebbe sapere a quanti è stato dato questo grande DONO:subire traumi che non traumatizzano!
GRAZIE MARCO!
ricambio grande abbraccio
a presto!
angela